Ristorante “Contraste”
Evocazioni visive che mettono al centro la materia prima giocando sull’effetto sorpresa. Un ristorante stellato unico nel suo genere in cui il concetto di menu viene stravolto dall’interpretazione visionaria, a tratti magica, dello chef. Un’eleganza sobria ma per certi aspetti burlesque, cibi semplici ma dalla procedura elaborata, presentazioni essenziali ma dal risultato sorprendente. Non poteva che chiamarsi Contraste.
Il nome di questo ristorante contiene la sua essenza, in cui gusto ludico ed estetico si rincorrono in un susseguirsi di sorprese. Contraste è un’esperienza culinaria dalla quale trapela il desiderio di stupire con l’eccezionalità delle materie prime e le loro diverse variazioni che nascono dall’estro dello chef uruguayano Matias Perdomo e del sous-chef argentino Simon Press.
Al civico 2 di Via Meda a Milano c’è un portone e come in qualsiasi abitazione un citofono. Si bussa, si attraversa un piccolo giardino e si entra in quella che fu la casa di un noto medico dei primi del ‘900 in cui si viene accolti da una iconica scultura che sembra venir fuori dal muro, raffigurante un volto e un braccio che invita al silenzio, come per suggerire di godersi l’esperienza senza fare troppe domande.
Il personale, elegantissimo nei suoi lunghi camici dai colori tenui, accompagna ai tavoli gli ospiti che curiosi di tanta suspense noteranno da subito un calibrato contrasto di dettagli d’epoca, lampadari in silicone rosso fuoco e tocchi di Art Nouveau, per poi mettersi comodi in attesa che il viaggio sensoriale attraverso il gusto abbia inizio.
La sala da pranzo, con soffitti altissimi a cassettoni, un grande camino, un parquet scricchiolante d’epoca e i già citati chandelier fiammanti, sorprende per la sua semplicità. Lunghe tovaglie bianche vestono tavoli tutti uguali e rotondi posizionati in maniera simmetrica e distanziati sui lati della stanza. Sopra di essi un solo e unico dettaglio: una scultura raffigurante un albero. Piatti, bicchieri, posate e tovaglioli arrivano in un secondo momento.
Si sceglie tra un menu degustazione ben dettagliato o un menu ‘Riflesso’ in cui uno specchio sta ad indicare che la cena verrà interpretata dallo chef sulla base dei gusti del commensale che dovrà solo segnalare eventuali cibi che non predilige.
E adesso si è pronti per immergersi in un interessante gioco di forme e materie dove nulla è ciò che sembra; una fragola realizzata con tartare di fassona e peperone rosso, un’oliva che esplode in bocca come sarde in saor, un palloncino zuccherato che nasconde un cuore di cipolle di Tropea e formaggio di capra. È una variopinta girandola di sapori, di colori, di evocazioni visive, che sollecitano l’interesse dell’ospite ansioso di assaporare la portata successiva. In questo modo viene servito un Donut bolognese che cela una delle migliori lasagne o una pluma di maiale iberico divinamente accostato a ricci di mare e burrata. Ogni piatto è presentato in porzioni molto ridotte ma l’esperienza culinaria ne conta almeno dieci a menu, garantendo così una visione completa dell’eclettica maestria dello chef.
Anche i dolci meritano una nota perché se è vero che la torta di rose potrebbe sembrare apparentemente banale non lo sono affatto i proiettili di cioccolato con salsa di barbabietola e spuma di cocco, evidente omaggio del film Pulp Fiction di Tarantino.
La cena è accompagnata da vini d’eccezione da scegliere tra circa 1200 referenze, tra etichette italiane e d’oltralpe. Thomas Piras, apprezzato sommelier nonché socio del Contraste, oltre a consigliare gli accostamenti più adatti alle varie portate cura ogni minimo dettaglio legato alla scelta dei vini, mettendo a disposizione anche bottiglie da collezionisti non più in produzione.
Tra tante sorprese che Contraste regala, l’unica da non avere è il conto. Si aggira tra 120 – 150€ a persona, cifra giustificata non solo dall’eccezionalità delle materie prime ma dalla condivisione di un’arte, l’arte surreale dello chef Perdomo capace di ‘tradire rispettosamente le tradizioni’, innovando in modo creativo e anche un po’ geniale.
Un ristorante che per tutto questo, a pochi anni dalla sua apertura, ha già ottenuto l’ambita stella Michelin.
F. Di Carlo
Via Meda, 2 – Milano