Fragilità di Joan Crous
In occasione di Artefiera (Padiglione 26 stand B80) a Bologna, la biennale doutdo presenta al pubblico il tema Fragilità, leit motiv della nuova edizione, con FRÀGIL, un’imponente opera in vetro di Joan Crous. L’allestimento è stato ideato e progettato da Michele De Lucchi – designer, architetto e “falegname”, amico da anni di doutdo – in collaborazione con Alberto Nason, industrial e lighting designer. Ad accompagnare l’opera di Crous sono due panche “Bernina” progettate proprio da De Lucchi e Nason, realizzate in pietra Leccese da PI.MAR Limestone di Giorgia Marrocco, storico sostenitore di doutdo.
Incontrando e studiando il lavoro di Joan Crous, Alessandra D’Innocenzo, fondatrice e presidente di doutdo, ha individuato proprio nella fragilità il file rouge della nuova edizione della biennale, un tema che viene espresso a pieno nella poetica dell’artista catalano: “Siamo fragili, tutto è fragile intorno a noi: uomini, animali, piante, la vita sulla terra, le nostre relazioni, i nostri sentimenti, i nostri amori, le nostre idee, la sostenibilità del nostro modello di sviluppo, la nostra idea di progresso, la nostra presunta centralità nell’universo – dichiara la presidente di doutdo Alessandra D’Innocenzo – Se però accettiamo la nostra fragilità possiamo trasformare l’apparente vulnerabilità nel suo opposto, la storia umana lo ha dimostrato, la nostra fragilità diventa agilità consapevole, che se crea una comunità può produrre innovativi e potenti risultati, la vulnerabilità dei singoli diventa forza collettiva per difendere valori condivisi e il bene comune”.
La grande scultura FRÀGIL (dimensioni 120×360 cm) è la composizione di sei opere uniche, tutte diverse fra loro, realizzate in fusione di vetro con interventi manuali dell’artista. In questa occasione le sei opere originarie sono state unite in un’unica e grande installazione. La scelta di utilizzare il vetro non è un caso. Come dichiara l’artista infatti: “Il vetro è sicuramente uno degli elementi che ci accompagna nella nostra quotidianità. È un materiale che presenta due aspetti: la durezza ma anche la fragilità nel suo insieme. Un vetro può durare mille anni ma se cade a terra dura un secondo. Anche l’uomo è un po’ così… L’uomo dura mille anni nel concetto della sua durezza ma ha anche tantissime fragilità. E con doutdo abbiamo voluto rappresentare questo doppio concetto”.
Come scrive Gianluca Riccio, uno dei curatori del progetto espositivo “Lungo il filo di questa trama insieme etica, morale ed estetica, i protagonisti dell’ultima edizione di doutdo, riuniti dallo sguardo partecipe di Giovanni Gastel intorno a un lungo tavolo, sono evocati dagli oggetti e dai residui di cibo cristallizzati sulla superficie dei sei tavoli che compongono la grande scultura realizzata da Joan Crus per l’edizione 2023; come se la scena – e il significato di cui è portatrice – fossero restati intatti nel corso di questi anni, ma il punto di vista si fosse ribaltato dall’esterno verso l’interno, con tutti quegli oggetti ordinari dispiegati sul piano orizzontale del tavolo-scultura a incarnare il senso di un messaggio che, anno dopo anno, resta custodito nella forma dell’opera chiamata a interpretarlo”.
I curatori che affiancano il progetto espositivo ideato da doutdo sono Domenico De Masi (Professore emerito di sociologia del lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma), Gianluca Riccio (storico dell’arte, curatore e Professore di storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli), Sebastiano Maffettone (Professore di filosofia politica presso l’Università LUISS di Roma) e Pierpaolo Forte (Professore ordinario di diritto amministrativo presso l’Università degli studi del Sannio di Benevento). Ai loro testi critici che sono presentati in un unico volume, si aggiungono i testi di Michele De Lucchi, Roberto Grandi e di Alessandro Bergonzoni. Quest’ultimo è amico e sostenitore di doutdo fin dagli inizi ed è infatti proprio lui ad aver dato il nome alla biennale.
L’opera, dopo Artefiera, entra ufficialmente nella grande collezione doutdo, per poi essere assegnata a collezionisti o musei a fronte di una donazione a doutdo attraverso l’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli il cui ricavato viene interamente devoluto alla Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli di Bologna. Come nelle passate edizioni infatti, anche per il 2023 doutdo riunisce le generose donazioni di artisti, gallerie e collezionisti per sostenere concretamente la missione della Fondazione Hospice MT.
Chiantore Seràgnoli dedita all’assistenza e cura di pazienti affetti da malattie inguaribili e delle loro famiglie e alle attività di formazione e ricerca sulla medicina palliativa all’interno del Campus Bentivoglio. Un “dare per dare” che si oppone, o quanto meno si discosta da un utilitaristico o egoistico “dare per ricevere”. Una restituzione di senso e valore che non ricerca o pretende nulla in cambio.
Doutdo è una biennale di iniziative culturali che unisce arte ed etica, creata a Bologna nel 2011 da Alessandra D’Innocenzo all’interno delle attività di raccolta fondi dell’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli. Ogni due anni doutdo propone mostre ed eventi dedicati all’arte, architettura, design e alle eccellenze della nostra cultura, coinvolgendo artisti, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti per riflettere su un tema legato alla contemporaneità.