Vinitaly: vetrina mondiale del vino
Una ventata di ottimismo ha contrassegnato l’edizione numero 54 del Salone Internazionale dei vini e distillati da poco conclusa a Verona. L’evento che segna il solco più profondo degli ultimi anni di una manifestazione sempre più orientata al business, con i wine lover nella città medievale palcoscenico naturale di Vinitaly and the city.
L’evento registra il record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: i 25.000 operatori stranieri (da 139 Paesi) rappresentano infatti il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera (88.000). E ciò al netto della fortissima contrazione, legata alle limitazioni pandemiche agli spostamenti internazionali, degli arrivi da Cina e Giappone, oltre ovviamente ai buyer russi. Un contingente che pesa complessivamente per circa 5.000 mancati arrivi ma che non ha impedito la rimodulazione dell’assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave nazionale ha anche ribilanciato le presenze del Centro Sud, in rialzo, con quelle del Nord.
Tante storie d’azienda e di imprenditori del mondo del vino, come quella di Carpineto, Grandi vini di Toscana, che segna un export del 95% verso 70 Paesi, una produzione di oltre tre milioni e mezzo di bottiglie l’anno, con mercati principali in Canada, Stati Uniti, Italia, Svizzera, Germania, Norvegia, Australia e Regno Unito.
“La nostra produzione è composta da oltre il 90% di vini rossi”, spiega Antonio Mario Zaccheo che nel 1967, con Giancarlo Sacchet, enologo originario di Longarone, formatosi alla Scuola di Enologia di Conegliano Veneto, fondò la Carpineto con sede a Greve in Chianti. Oggi l’azienda copre una vasta area in Toscana, che comprende, oltre ai possedimenti di Greve in Chianti, anche altri a Gaville in Alta Valdarno, tra Chianciano e Montepulciano, a Gavorrano in Maremma e a Montalcino. La produzione comprende il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino il Nobile di Montepulciano e altri vini. Quest’anno a Vinitaly è stato proposto anche il particolare Brut Farnito, un blend di varie annate di Chardonnay nella sua originale ed elegantissima bottiglia renana allungata.
Ma il debutto di quest’anno a Vinitaly è stato il Brunello di Montalcino Riserva 2016 Carpineto, uno dei fiori all’occhiello della giovane e già molto affermata enologa Caterina Sacchet. Le uve della Riserva provengono unicamente dal vigneto Paradiso, il vigneto più alto della tenuta (oltre 500 metri sul livello del mare); le uve, vendemmiate a fine settembre, sono state raccolte a mano e selezionate. La posizione panoramica e ventilata dona ai vini grande eleganza, mineralità e longevità.
Carpineto Grandi Vini di Toscana anche quest’anno è tra i 130 migliori produttori italiani selezionati da Wine Spectator. A rappresentare l’azienda al Grand Tasting è stato il Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2016 DOCG.
La Tenuta di Montepulciano della Carpineto, cuore moderno e totalmente green dell’azienda, è la più ampia ed affascinante delle cinque tenute ed è aperta all’enoturismo con una vasta gamma di proposte di ospitalità. Un wine retreat di 184 ettari dedicati a vigneto, uliveto, seminativo e bosco. Una vera e propria oasi di natura e ambiente all’insegna della sostenibilità dove si possono fare passeggiate, visite, degustazioni, pic nic e aperitivi. Un’oasi verde alimentata per gran parte ad energia solare nella Toscana più bella.
“Da sempre attenta a tutti gli aspetti d’impatto ambientale della filiera, a cominciare dalla vigna”, conclude Zaccheo, “portiamo avanti una filosofia basata sulla ricerca della sostenibilità, della tutela della biodiversità e della riduzione al minimo dell’impatto dei fitofarmaci e del rame. L’obiettivo è la salvaguardia del suolo della vigna e la sua fertilità. Da una terra ricca di vita nasce una buona vite, e da qui un’uva viva da cui produrre vini di lunga vita”.
Elena Cardinali