Il Tarocco Bolognese
In un panorama culturale, come quello attuale, il libro “Il Tarocco Bolognese” di Maurizio Barilli spicca per la sua levatura.
Nato a Tizzano dell’Eremo nella Tenuta Marescalchi Visconti di Modrone dalla quale derivano ottimi vini della DOC Colli Bolognesi, è diventato architetto frequentando (anche) le osterie, comprese quelle di fuori porta. In quelle mitiche, ma non più aperte osterie si giocava a briscola, tressette, qualcuno a Primiera Bolognese e a Ottocento. L’Ottocento è la classica partita in quattro del Tarocco Bolognese, l’unico gioco di tarocchi rimasto che si tramanda ancora da secoli contando i punti attraverso un non facile compito.
Maurizio ha conosciuto in osteria un tale Messer Francesco Guccini che assieme ad altri ha tramandato ad un gruppo di ragazzi il gioco del Tarocco Bolognese. In questo libro sono contenute le istruzioni e le regole di gioco, il significato delle carte e il loro ordine gerarchico, il valore delle carte e le combinazioni di gioco. “La mano di Tarocchi che non sai mai giocare” canta Francesco nel ritornello della sua bellissima ” Canzone dei Dodici Mesi” ed è proprio così. Non è assolutamente facile intuire la carta del mazzo da calare sul tavolo. E come dice sempre Francesco ” Il tempo mescola le carte, la mano ancora passerà e c’è chi perde e vincerà. Ma in quattro re non hai la verità”. I quattro re sono quelli dei quattro semi: Bastoni, Coppe, Denari e Spade. Niente è più vero per questo gioco che da secoli affascina persone di ogni livello sociale. Il libro di Maurizio oltreche architetto e prosecutore della Antica Arte Campanaria e dulcis in fundo ottimo cuoco e cultore di ricette, non deve mancare nella biblioteca di chi vuole incrementare la sua cultura.
Umberto Faedi