“Portici di Bologna, patrimonio di cultura e identità”
I Portici Bolognesi da pochi mesi sono Patrimonio dell’umanità. Per celebrare il riconoscimento dell’Unesco, le associazioni fotografiche TerzoTropico – APS e Tempo e Diaframma APS in collaborazione con il Comune di Bologna e con Confcommercio ASCOM, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo e Gruppo Herahanno ideato e allestito una mostra fotografica, che ha avuto anche il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Bologna e l’Ordine dei Giornalisti. La mostra è esposta fino al 15 Gennaio presso QR Photo Gallery, in via Sant’Isaia 90 ed è accompagnata da un Catalogo dal titolo “Portici di Bologna, patrimonio di cultura e identità” (Edizioni Minerva) dove potrete leggere interviste e racconti di bolognesi illustri e sconosciuti.
Quali sono le differenze rispetto agli altri lavori già pubblicati sul tema? La mostra e il catalogo non analizzano semplicemente il punto di vista urbano e architettonico, in questo lavoro non si celebrano primati come il portico più lungo, il più alto o il più largo, perché l’occhio attento dei fotografi si è posato sulle persone che abitano, vivono e lavorano sotto e sopra i portici. Cristina Ferri, Luana Gugliotta, Ivano Adversi e Gabriele Fiolo, hanno immortalato i portici nella loro dimensione sociale, più che strutturale. Accanto alle immagini troverete interviste e racconti dei cittadini curate da Lara Mariani e Rita Bartolomei.
Il valore artistico-culturale dei portici è inscindibile da quello sociale che ha influenzato nei secoli il carattere dei bolognesi. Sono un punto di incontro, un luogo vivo che ospita bar, ristoranti, negozi, teatri e persino cinema. Partendo da questo presupposto, le associazioni TerzoTropico-APS e Tempo e Diaframma APS, che operano nel campo della fotografia con particolare attenzione al reportage sociale e all’evoluzione del territorio, hanno sviluppato questo progetto cercando scene di vita quotidiana, cogliendo i cambiamenti della città. Lo scopo della mostra e del volume fotografico è narrare la vita che fermenta sotto i portici. Non solo quelli dichiarati Patrimonio dell’umanità, sia chiaro. Il loro sguardo ha viaggiato lungo tutto il centro storico e anche in periferia. I portici di Bologna sono uno stile di vita. Un luogo che attraversa l’intera città, in cui condividere i momenti della quotidianità, in qualsiasi condizione climatica. Sono nati secoli fa per prolungare lo spazio abitativo privato, oggi sono classificati come proprietà privata ad uso pubblico e rappresentano un modello sociale di integrazione e comunicazione unico.
Gabriele Fiolo, fotografo e curatore della mostra, commenta così il progetto: “Abbiamo lavorato sul patrimonio umano che è ospitato dal patrimonio dell’Unesco. Il portico, in centro come in periferia, rappresenta il simbolo dell’integrazione comunitaria. I portici sono come i ponti che tendono ad unire le persone sotto di loro. In questo lavoro non siamo stati solo fotografi, abbiamo usato la fotografia per conoscere le persone”.
Come ha sottolineato, Cristina Berselli, presidente di TerzoTropico e curatrice della mostra: “I portici sono l’identità di Bologna e li abbiamo voluti immortalare nei loro aspetti comuni e quotidiani: abbiamo fotografato e intervistato residenti, studenti, commercianti e ne sono uscite storie molto belle che sono raccontate non solo nel catalogo, ma anche in mostra attraverso alcuni striscioni che contengono stralci delle interviste. Inoltre, abbiamo coinvolto nel lavoro alcuni ragazzi del Liceo Enrico Fermi che hanno realizzato dei video coordinati dal professor Fabio Muci, video veloci e frizzanti nello stile tipico dei ragazzi della quarta e quinta liceo. E per dare un aspetto social, oltre che sociale, all’iniziativa abbiamo creato un finto portico dove i visitatori della mostra sono invitati a farsi una foto con hashtag #viviiportici. La foto che otterrà più like verrà premiata con un catalogo”.
Roberto Mugavero, editore del catalogo: “Chi mi conosce sa che sono innamorato della mia città. Sono nato sotto i portici, li ho calpestati e lì ho ricevuto la carezza di padre Marella. A San Luca da studente ci sono andato prima e dopo gli esami, così come prima e dopo un’importante partita del Bologna. Come ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, il portico di San Luca è un piccolo cammino di Santiago e in generale i portici sono una città nella città. Per questo motivo il 15 dicembre quando avrò l’onore di andare dal Papa, tra i tanti libri che ho pubblicato, gli porterò proprio questo”.
Rossella Fino, Funzionario del Dipartimento Cultura e Promozione della Città, sottolinea come: “Il Patrimonio mondiale dell’Unesco sono sicuramente i portici, ma anche chi li abita. Il vero patrimonio sono le persone che abitano una città inclusiva, dove c’è cultura, impresa e commercio. Nelle motivazioni alla candidatura c’era anche il valore sociale dei portici, l’utilizzo sociale che se ne fa e per noi era importante sostenere chi lo racconta. E in questa mostra tutto questo viene ben rappresentato”.
Per Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom: “Il portico è un modo di intendere la bolognesità e quando ci hanno invitato a supportare questa iniziativa abbiamo accolto immediatamente la proposta. Abbiamo dovuto fare una grande selezione tra i nostri associati, ma abbiamo individuato le attività più caratteristiche che si spalmavano sul territorio”.