Una sfiziosa novità dagli ulivi
Tutti sappiamo quanto l’ulivo sia una pianta importante per il genere umano. Il grande esperto di cucina e scrittore Giunio Moderato Columella, nel suo trattato “De Rustica” del primo secolo d.c., scrisse “Olea prima amnium arborum est”, ovverosia, l’ulivo è il più importante fra tutti gli alberi. E le olive suoi pregiati frutti nelle molteplici cultivar non sono l’unica risorsa che l’olivo mette a disposizione dell’uomo.
Infatti, dalle foglie di questo prezioso albero, l’Azienda Agricola Valle Tanagro ha ricavato un gustoso liquore. L’attività è ubicata ad Auletta, in provincia di Salerno, nella quale ricerche archeobotaniche hanno attestato la presenza dell’ulivo già dal sesto secolo a.c.
Le piante vennero introdotte nel territorio dai Focesi, popolazione proveniente dalla città di Focea della Grecia Ionia. Nella provincia di Salerno le varietà principali di olive coltivate e tramandate sono Pisciottana e Rotondella. Auletta si trova sulle sponde del fiume Tanagro o Negro che ne attraversa tutto il territorio e fa parte del Parco Nazionale del Cilento ed è patrimonio UNESCO. Vincenzo Casella ha abbracciato in pieno il progetto Terre del Basso Tanagro nato nel 2017 che ha l’obiettivo di coniugare le caratteristiche naturali del territorio, le attrazioni turistiche e gli ottimi prodotti agricoli. “Amar d’Ulivo” è il nome di questo distillato derivato dall’infusione delle foglie della pianta.
Questo prodotto è parte del Progetto Salute Nettare d’Olive delle Terre del Basso Tanagro. Ho degustato tre diversi campioni del distillato portati dalla amica e collega Donatella Luccarini. I distillati sono caratterizzati da un bel colore giallo carico trasparente con riflessi verdi. Sentori fruttati e agrumati molto spiccati, note di verde e clorofilla derivate dalla foglia. Effetto balsamico sulle papille, al palato Amar d’Ulivo si rivela molto intenso e persistente. Lascia una bocca fresca e giustamente asciutta. Alla fine della degustazione la mia preferenza va alla versione meno intensa come tenore alcolico delle tre che ho assaggiato.
Umberto Faedi